
BUROCRAZIA vol. 1
Tratto da una storia vera…
Mercoledì ho deciso bene di consacrare la mia giornata al dio pagano della Burocrazia (Amaunator oppure Tung-Yo-Ta-Ti nella cultura orientale). Per scaldare un po’ i muscoli vado a immatricolarmi a Ca’ Foscari e proseguo andando a cambiare il piano di studio (cose da pochi minuti avendo già pronte tutte le carte).
La vera immolazione è stata dopo. Decido finalmente di andare a chiedere informazioni in Comune sulle autorizzazioni necessarie per organizzare una sorta di Festa del Baratto. Spiegherò in futuro come nasce quest’idea e cosa avrei in mente.
Vista proprio l’atipicità della richiesta ho pensato di non perdere troppo tempo in internet e di andare direttamente all'”Ufficio Relazioni con il Pubblico” (U.R.P.) del Comune.
Da questo primo approccio all’URP, fino a fine giornata, ad ogni mia richiesta avrò l’occasione di osservare da vicino alcune tra le più bizzarre espressioni facciali concepibili da un impiegato comunale.
U.R.P.
Io: “Salve, vorrei organizzare una Festa del Baratto […] Sì perchè la gente possa esporre la merce […] No, pensavo dei teli per terra….sa non faccio parte di nessuna associazione e non posso permettermi dei tavoli…”
Impiegata A: “Allora dovete andare al SUAP che si occupa di occupazione suolo pubblico, esce da qui, va a destra, in fondo, sì dove c’è il campo con la statua, entra lì dentro e va al secondo piano […] esatto, dovrebbero essere aperti, oggi è giovedì no? […] Ah…sì, mercoledì, sì sì sono aperti”
S.U.A.P.
(palazzo labirintico, appena arrivato al 2° piano scopro che il SUAP è diviso in almeno 8 uffici che si occupano di 15 cose diverse, nessuna delle quali, ovviamente, riconducibile al baratto)
Io: “Salve, stavo cercando l’ufficio SUAP, mi mandano dall’URP…”
Impiegata B: “Sì, vabbè, ma voi non devete venire qui, dovete andare al Front-Office del SUAP, dalla Sig.ra XXXXXXX che sta di sopra al 3°,spero ci sia ancora, oppure direttamente al COSAP”
S.U.A.P. Ufficio Sig.ra XXXXXXX
Io: [spiegazione del progetto-baratto]
Ufficio Sig.ra XXXXXXX: “Caspita, dovreste andare all’Uff. Taldeitali ma non è scopo di lucro, quindi nemmeno all’Uff. Pincopallo perchè non è una performance artistica, neanche all’Uff. Cheneso visto che non siete associazione […] Secondo me dovreste andare al COSAP, dicendo che siete già stati qui, per carità, sennò vi rimandano indietro […] Esatto COSAP, qui al piano terra […] No, deve uscire dal palazzo, poi lo trova”
Portineria palazzo SUAP (evidentemente non trovando il COSAP)
Io: “Salve, cerco il COSAP”
Portiere: “Sì, ecco, guarda non è difficile…però non so di preciso…vabbè, te segui quella ragazza che è appena uscita. C’è scritto Ufficio Tributi ma c’è anche il COSAP”
Ufficio Tributi – Protocollo – COSAP (trovato grazie a pedinamento)
Io: [spiegazione del progetto-baratto]
Impiegato C: “Qua dovete farmi sapere dove,come,quando,perchè, sennò non posso fare la simulazione e vedere quanto dovete pagare […] Ho capito, ma io non posso dirvi qual è la zona più economica perchè dipende da un sacco di variabili […] Esatto, su internet, anche se è la tabella per l’edilizia, così vi fate un’idea […] Peccato perchè se eravate associazione non pagate niente, solo il bollo […] Ah… ma guardi che per meno di 12 ore basta l’autorizzazione della Polizia Municipale […] Che poi non so se è concedibile, una cosa del genere intendo, mai sentita prima […] Fate così, andate dalla Polizia Municipale e intanto sentite cosa vi dicono, se è concedibile, poi al limite tornate”
Comando della Polizia Municipale di Venezia (aperto lun-ven 8.30-17) Ore 15.30
Io: “Salve, mi mandano dal COSAP, devo occupare del suolo pubblico e vorrei sapere se posso, ecc.ecc”
Presunta poliziotta dal citofono: “Guardi, non saprei, qui sono andati tutti via, deve venire il mattino […] No, non ce ne occupiamo, deve andare al Distretto San Marco […] Che ore sono? Sì credo di sì”
Presunto Edificio del Distretto San Marco
(lavori in corso – inaccessibile)
Presunta sede temporanea Distretto San Marco
Sportello Front-Office – chiuso
Io: “E ora che si fa?”
Fra (nel frattempo aggiuntosi alla simpatica gita tra uffici): “Boh”
Tizio che passa: “Cosa state cercando?”
Io (senza esitare e indicando la grande scritta di fronte a me): “La Polizia Municipale!”
Tizio che passa: “Dovete andare di là, a sinistra, salite le scale
e ce l’avete di fronte […] E comunque la posta non si tocca (indicandomi mentre spulciavo pacchi di corrispondenza abbandonata di fronte al bancone dell’ufficio, nella speranza di trovare nomi familiari a cui evitare la galera)
Ufficio Polizia Municipale – Distretto San Marco
Io: [spiegazione del progetto-baratto]
Vigilessa: “Per privati cittadini possiamo concedere fino a 10 metri quadri, se invece siete associazione dovete tornare al COSAP e allora noi possiamo concederne anche di più […] Ho capito, ma magari tramite la Chiesa [sguardi inorriditi tra me e Fra][…] Sennò dovete cercarvi un posto all’interno, magari un privato […] Non saprei, comunque in internet trovate l’elenco di tutte le cose che possiamo concedere […] No, effettivamente, non credo ci sia scritto niente riguardo il baratto”
Continua…
Morale della storia: trattandosi di burocrazia non c’è nessuna morale.
Però l’esperienza è stata lo spunto per discussioni interessanti sul senso delle parole “libertà” “burocrazia” “impiegato” “polizia” “privato cittadino” “acronimo”