L’idea che un libro debba essere letto dall’inizio alla fine è semplicemente ridicola.
Personalmente ho sempre sentito un obbligo morale a finire ogni libro accidentalmente iniziato. Tutti i titoli abbandonati sono impressi in modo indelebile nella mia testa (“Il libro dell’inquietudine”, “Il nome della rosa”, “Libertà”, “La Bibbia”, “Congo”, “Storia delle guerre africane”). Questo mi ha spinto inevitabilmente alla lettura di fiction, considerando il più alto rischio di abbandonare non-fiction letta soprattutto prima di addormentarmi.
Ora questo dovere lo sento sempre meno, perciò ho sul comodino qualcosa come 6-7 libri che mi guardano e mi chiedono di essere sfogliati.
Ringrazio moltissimo la letteratura postmoderna e gli studi sull’ipertestualità. Un ringraziamento speciale a “La vita. Istruzioni per l’uso” di George Perec.
Ogni libro può essere letto dall’inizio alla fine. Con questo intendo sia nella sua interezza, sia dalla prima pagina all’ultima. Possiamo leggere a pagine alterne, dalla fine all’inizio, a metà, a tre quarti. Ormai più che leggere si potrebbe dire sfogliare, o meglio, spogliare. Prendi e metti a nudo quel che ti pare.
Certo, molti autori e molti libri non sono fatti per essere trattati in questo modo. Ma che importa, a me basta essere consapevole delle possibilità di ogni lettore.