Il sito della biblioteca fa schifo

C’è un post che mi assilla da ormai un anno, che però non penso riuscirò mai a scrivere, sono troppo pigro e distratto. Credo mi abbia portato a una profonda disaffezione verso il mio lavoro e le biblioteche 🙁

Allora facciamo che invece di raccontarvi come è iniziata, vi racconto l’ultimo episodio. Partendo da una domanda: ma voi, bibliotecari, sapete quanti visitatori ha il vostro sito?
Secondo me pochissimi, anche considerando solamente quelli potenziali.
Quando si diceva che gli OPAC fanno schifo, forse non si è parlato abbastanza dei siti delle biblioteche 😛 Anche se trovo molto importante che le biblioteche si siano sempre fatte promotrici di usabilità e accessibilità, spesso mi ritrovo di fronte ad una totale mancanza di sensibilità nei confronti di chi naviga e atterra sul sito della biblioteca.
Nel mio piccolo ho sempre pensato che la disattenzione nei confronti della propria presenza sul web derivasse dal ritrovare il proprio spazio affogato all’interno di un sito più grosso, magari un monolite della P.A. fatto di pagine immodificabili …chissà… sta di fatto che alla P.A., di quanti visitatori hanno i suoi siti, non gliene può fregare di meno. Dopotutto la qualità dei servizi non si misura da quanti visitatori abbiamo sul web, giusto?
Il punto non è che dovete diventare esperti di SEO, nè tantomeno dovete costruire voi i siti (anzi, evitate se non siete convinti di quello che fate). Però, dannazione, se decidete di avere uno spazio sul web dovreste essere in grado di: organizzarlo in maniera intelligente, interloquire con chi lo costruisce, pretendere che non vengano usati font come il Comic Sans, assicurarvi che i colori siano dignitosi, garantire il giusto equilibrio negli spazi, capire se sarete trovabili. Insomma preoccuparvi che gli utenti si sentano in uno spazio accogliente e non in una catapecchia abbandonata messa in piedi dopo un appalto farlocco.
Questo perchè purtroppo qualsiasi sito (o app) realizzato per le P.A. esce dalle comuni logiche che determinano il successo di un progetto web. Per i siti che non propongono servizi a pagamento, il successo deriva dal traffico che sono in grado di generare (o dal grado di retention). Da quanto ho capito, nel caso dei siti della P.A. l’importante è che il progetto corrisponda al prototipo definito. Tanto poi gli utenti sul sito devono andarci per forza se vogliono le informazioni, non è rilevante se il sito è fatto bene, basta che sia fatto.
Ecco, siccome magari non ve lo dicono abbastanza, volevo solo ricordarvi che il vostro sito fa schifo.

Un paio di note, dopo averci dormito sopra, che altrimenti mi sembra un discorso troppo sterile

A) Perché dovrebbe interessarvi di avere un sito fatto bene?
Mi vengono in mente almeno due motivi:
1) un bel sito, strutturato in maniera adeguata, è probabilmente la prima immagine di voi che date al mondo esterno. Fate una cosa bella e chi lo visita penserà che anche la biblioteca è curata allo stesso modo. Il sito fa parte della vostra identità tanto quanto la faccia del bibliotecario.
2) un sito fatto bene viene indicizzato meglio. Partendo dal presupposto che i servizi della biblioteca non sono adeguatamente conosciuti, essere trovati via web è una pubblicità permanente a costo zero. La quantità di persone che parteciperanno al vostro prossimo evento non sarà più determinata solo dalla quantità di manifesti e volantini sparsi per il comune, ma anche da quanto e come l’informazione risulterà visibile online.
B) Come intervenire per migliorare la situazione?
1) cercate di avere accesso a strumenti come Google Analytics o Google Webmaster Tools. Insomma a strumenti che vi permettano di avere dei dati quantitativi su come viene raggiunto il vostro sito, da dove, con che parole chiave, quanto tempo vi si fermano i visitatori e dove. Questo vi fornirà i dati necessari a capire se è il caso di cambiare qualcosa e come.
2) chiedete il parere ai vostri utenti, aggiungendo la presenza sul web tra i criteri che usate per misurare la qualità del vostro servizio. Non credo qualcuno vi dirà, come me, che il vostro sito fa schifo. Però potrebbero saltare fuori suggerimenti utili come: “è scritto troppo in piccolo”, “non riesco bene a trovare le cose”, ecc. ecc.

6 commenti su “Il sito della biblioteca fa schifo”

  1. Pingback: Vendorleaks | In the mood for library

  2. Capisco bene e condivido le tue considerazioni. Secondo me è spesso un problema culturale: nella pubblica amministrazione si focalizza molto l’attenzione verso la forma (prescrizioni, adempimenti, requisiti, etc.) piuttosto che verso il risultato sostanziale che si vuole raggiungere. Invece che dettagliare particolari inutili, basterebbe richiedere la realizzazione o gestione di un sito che raggiunga un certo numero di utenti/visite, che li mantenga ed aumenti nel tempo, che li fidelizzi (con numeri alla mano).
    Ma il punto fondamentale è un altro, è la distanza tra “adempiere formalmente ai propri compiti” e lavorare con passione e dedizione al raggiungimento di obiettivi misurati sulla soddisfazione degli utenti. Questo per ora rimane nella discrezione del singolo, nelle sue scelte di agire professionale, non nella cultura lavorativa di gran parte della pubblica amministrazione.

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