🤝 Dove
Kemin Industries
🗓️ Quando
Febbraio-Marzo 2023
🏷️ Tag
Nell’ambito di un percorso di formazione finanziato dalla Regione, ho tenuto un corso sul Design Thinking per 10 dipendenti di un’azienda chimica internazionale. I partecipanti provenivano da diverse business unit (marketing, sales, IT, operation, R&D, ecc.) e condividevano una discreta esperienza professionale nel settore e ruoli di responsabilità. Non avevano una conoscenza pregressa sul tema e desideravano acquisire competenze legate alla capacità di gestire un progetto e di pensare fuori dagli schemi.
Il percorso è stato articolato in 5 incontri della durata di 4 ore ciascuno. Il primo incontro ho proposto un workshop introduttivo che permettesse di sperimentare un processo progettuale dall’inizio alla fine, evidenziando tutti gli elementi più interessanti del design thinking. Poiché il DT può essere rappresentato come un processo composto di 4 fasi (divergente+convergente+divergente+convergente), ho immaginato di strutturare i restanti 4 incontri concentrandoci di volta in volta su una specifica fase e alcuni degli strumenti più utilizzati in quello specifico momento del processo progettuale. Per questo motivo ho dedicato la parte finale del primo incontro a raccogliere un po’ di spunti interessanti per far lavorare i partecipanti su tematiche per loro significative.
Mi sarebbe piaciuto far lavorare il gruppo assieme, come un unico team di progettisti, per questo inizialmente ho dedicato alcune attività alla formazione del gruppo stesso e all’identificazione di una sfida comune. Tuttavia, ho riscontrato una certa difficoltà nell’adottare una prospettiva progettuale, forse legata anche al modello organizzativo dell’azienda. Alla fine ho scelto di concentrarmi sul far sperimentare alcuni strumenti, sottolineando i potenziali collegamenti e utilizzi nei rispettivi ambiti dei singoli partecipanti.
Ciascun incontro ha visto i partecipanti alternare attività individuali ad attività in coppia o piccoli gruppi, durante le quali materializzare i propri pensieri con pennarelli, post-it e template su cui poi discutere e confrontarsi assieme in gruppo.
Mi trovo ormai alla quinta iterazione nella progettazione di un percorso sul Design Thinking, ed è sempre affascinante cercare di strutturare delle proposte per partecipanti che difficilmente si trovano a indossare il cappello del progettista. Da un certo punto di vista trovo utile come molti degli strumenti usati durante il processo di design, sia nella fase divergente che nella fase convergente, possano essere immediatamente trasferibili ad ambiti anche molto distanti dalla progettazione. Da un altro punto di vista invece, mi spiace non riuscire ad approfondire maggiormente quella che ritengo una delle cose più potenti di questo approccio, ovvero l’atteggiamento di indagine, iterativo e basato sulla capacità di ascolto ed empatia.