Spronato da un recente messaggio di Pierfranco Minsenti su AIB-CUR, ho contattato Marshall Breeding per chiedere come fare a elencare i software di Comperio e le biblioteche del sistema veronese in lib-web-cats (library web sites and catalogs).
Marshall Breeding lo conoscerete sicuramente perchè tiene un sito di informazione dedicata esclusivamente al mondo delle tecnologie per le biblioteche. Redige annualmente un report sull’andamento del mercato e, sempre annualmente, invia dei questionari a vari bibliotecari circa il grado di soddisfazione dei prodotti e delle aziende che utilizzano per poi redigere un altro report.
Tra le belle cose che fa Breeding c’è mantenere online un’anagrafe delle biblioteche e dei prodotti tecnologici che utilizzano, basata sull’auto segnalazione da parte delle biblioteche stesse. Fin’ora erano elencate solo 52 biblioteche italiane, prevalentemente legate a sw stranieri (Aleph, Millennium) oppure a SOL. Tanto per raddoppiare i numeri ho inserito le 68 biblioteche pubbliche che compongono il Sistema Bibliotecario della Provincia di Verona. Ora, finalmente, ClavisNG è il prodotto più diffuso in Italia, stando a lib-web-cats muahahahaha 😛
Come fare (comprensivo di immagini annotate da ingrandire con un click)
Innanzitutto bisogna registrarsi (nome, mail, tipo di utente) gratuitamente e velocemente. Avrete quindi accesso a un pannello utente dove è presente il pulsante “Submit a library to lib-web-cats“. Cliccandolo si aprirà una corposa scheda di inserimento strutturata in 3 aree principali:
1. informazioni di contatto della biblioteca: nome, località, telefono, tipo di biblioteca, URL del sito web e dell’OPAC, presenza o meno di wireless
2. informazioni sui prodotti attualmente (o precedentemente) utilizzati. Automation system sta per il gestionale (ILS), mentre Discovery Product per l’OPAC. Informazioni sull’appartenenza a un consorzio o sulla fornitura di servizio ASP da parte dell’azienda.
3. Informazioni statistiche sulla presenza o meno di distaccamenti della biblioteca o sul volume di prestiti o patrimonio in relazione agli abitanti. Informazioni per contattare via mail la biblioteca o il direttore.
Spero che sempre più bibliotecari inseriscano e mantengano aggiornato il profilo delle loro biblioteche. La cosa migliore sarebbe raggiungere un numero significativo per poter chiedere di sottoporre anche alle biblioteche italiane il questionario annuale sullo stato del mercato e dei prodotti.
P.S. l’anagrafe delle biblioteche italiane è un’altra cosa… serve a… è utile per… cioè… ci sono i codici delle biblioteche… come dire… insomma è un’altra cosa, ecco… non ci sono tutte queste interessantissime informazioni su software e rivenditori…. è l’anagrafe, ci vai un paio di volte in vita, poi basta.
Intervengo brevemente solo per farvi i complimenti per la discussione che state portando avanti, a partire dai messaggi di AIB-CUR. Pierfranco, mi dispiace che i tuoi stimoli alla lista non vengano mai seguiti con la dovuta attenzione. E mi rincresce ancora maggiormente essere uscito dallo SBA di Torino e non seguire più da vicino questi discorsi che mi avrebbero altrimenti visto impegnato in prima linea.
Mi intrometto per buttare giù un paio di risposte/riflessioni ad alcuni punti citati da voi:
1) l’anagrafe delle biblioteche italiane è davvero tutta un’altra cosa. È appunto un’anagrafe delle *biblioteche*, completa e dettagliata ma non ha lo scopo di censire gli strumenti. C’è da dire che l’ICCU complica le cose a modo suo gestendo 3 anagrafi anziché una sola, su piattaforme diverse e non comunicanti (non lo sapevate, vero?). Per quanto riguarda l’anagrafe degli Opac e degli strumenti di automazione forse bisognerebbe guardare ai repertori del MAI (http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm) che però temo che non siano aggiornatissimi. In mancanza dell’ICCU credo che un lavoro di anagrafe-censimento vada condotto a partire da lì.
2) mancata partecipazione italiana alla lista di MB. Il fatto che le aziende ignorino questo genere di partecipazione e visibilità la dice lunga; credo che la responsabilità sia delle aziende stesse più che delle biblioteche. Forse la comunità bibliotecaria potrebbe dare vita a dei gruppi di utenti (come esiste già per Aleph e come ho tentato per anni di fare per Sebina) che promuovano il software in termini di visibilità: non per fare pubblicità alla ditta in questione, ma per aumentarne visibilità, impatto, criticità e il senso di comunità da parte degli utenti che spesso recepiscono il sw come qualcosa di calato dall’alto al pari del monolite nero di 2001.
3) Scriblio: di questo interessante progetto mi sono sempre posto dei dubbi sulla scalabilità e sull’interoperabilità. L’ho trovato un’idea interessante e decisamente “out of the box”, utile però più a proporre approcci diversi che non a diventare uno strumento effettivamente utilizzabile dalle realtà bibliotecarie, a meno che non siano piccole. D’altra parte ormai – pur con dovuti ritardi – le funzioni 2.0 iniziano a diventare all’ordine del giorno, penso anche solo alle timide innovazioni di SebinaYou.
Continuate così, spero di riunirmi presto alle vostre discussioni.
Ciao
Enrico
Ah! Mostruoso ritardo nel rispondere! Ma eccomi qui.
Intanto, grazie, ci si prova. Tra l’altro oggi ci si è anche visti di persona con Pierfranco in occasione di un incontro sul Portale delle Biblioteche del Veneto e giustamente anche lui ribadiva quanto dici al punto 2: gruppi di utenti dei software. Spero riuscirò a farlo per i clienti Clavis e Discovery (al momento pensavo a un forum).
Per quanto riguarda il punto 1, non lo sapevo delle diverse piattaforme dell’ICCU ma non mi stupisce. Invece scopro oggi (ma in cuor mio già lo sapevo) che c’è una terza anagrafe portata avanti dalla regione veneto con un progetto di misurazione della qualità. Ora, dico, ho difficoltà a convincere i bibliotecari a inserire l’orario di apertura nel gestionale e dovrei riuscire a convincerli a scriverli anche in 3 posti diversi (anagrafe ICCU, anagrafe regionale, lib-web-cats) ?!?! La vedo durissimissima.
Per quanto riguarda i repertori dell’AIB, purtroppo, sono più che datati. Questo è sicuramente colpa delle aziende che non fanno un’adeguata comunicazione nei luoghi giusti. Anche se, mi chiedevo: che gliene frega alle aziende dei repertori dell’AIB? Veramente qualcuno per comprare un gestionale per biblioteche passa dal sito dell’AIB?
(p.s. ma ho sognato o sembrava che il sito dell’AIB dovesse essere convertito in CMS?)
eh eh…dopo averlo stressato un po’, ho deciso che per qualche mese non gli scrivo più. Sulla faccenda del dargli una mano per il questionario non mi ha risposto. Mi ha ringraziato un sacco e ha sistemato tutte le coordinate per poter avere questo : http://www.librarytechnology.org/map.pl?Consortia=Sistema%20Bibliotecario%20della%20Provincia%20di%20Verona che vivo come un regalo di compleanno 😛
L’attuale installazione di Discovery (su tutti i nostri clienti eccetto l’Ambrosiana) non rispecchia l’ultima versione che stiamo sviluppando. Di fatto si tratta dello stesso nome DiscoveryNG, ma, a livello tecnologico e funzionale, il salto rispetto a quello che vedi ora è abissale, basandosi tutto sul CMS Silverstripe. In questi mesi ho iniziato i corsi di formazione sul nuovo portale e spero che per fine giugno sarà possibile vedere una versione beta basata sul catalogo veronese.
Per quanto riguarda Scriblio, purtroppo il progetto è datato e non più mantenuto, forse è per questo che non si vedono in giro tante installazioni. Aggiungo poi che usare WordPress come CMS general purpose, anche se possibile, non è così conveniente, resta ancora un prodotto fortemente legato al blogging.
Concludo dicendoti che per quante funzioni “social” possa avere il discovery layer della biblioteca, in Italia il vero lavoro da fare sarebbe sulla costruzione della comunità di utenti della biblioteca. Certo, meglio se esiste online un modo facile per farlo, che rispetti le esigenze dei nati digitali, ma per alcuni anni ancora questi nati digitali resteranno una minoranza. Ieri ho aggiunto alla mia wishlist questo: http://www.alastore.ala.org/detail.aspx?id=2636
Le mail inviate alla lista AIB-CUR non vengono redistribuite immediatamente e automaticamente alla lista eprché AIB-CUR è una lista moderata e pertanto devono prima essere approvate dal moderatore.
Per quanto riguarda la presenza di informazioni sulla situazione italiana in librarytechnology.org vedo che alla pagina Library automation companies http://www.librarytechnology.org/companies.pl non sono registrate neppure le ditte italiane. Proponi la vostra registrazione.
Sulla questione dei questionari annuali di Brreding: certo anche in questo caso sarebbe molto interessante far salire il numero di bibliotcehe italiane che rispondono, che per il 2010, come si vede a http://www.librarytechnology.org/survey-2010-demographics.pl è molto basso: solo 5 (contro i 13 della Spagna, per fare un esempio vicino a noi). Bisognerebbe lavorare con un organismo come AIB per far conoscere la cosa.
Nella pagina dei vendor ha messo i loghi delle sole aziende anglosassoni, ma nell’elenco ci siamo anche noi http://www.librarytechnology.org/vend-processquery.pl?code=vend&Quick=Comperio&submit=Search gli avevo già scritto a proposito.
Per la partecipazione alle Perceptions ti saprò dire cosa mi risponde, visto che gli ho dato la mia disponibilità, eventualmente, a tradurle in italiano.
Allora a questo punto Breeding te lo deve di inserire almeno un logo di una ditta italiana. Mandagli il vostro, tanto più che a quanto sembra gli altri produttori italiani non si danno da fare.
Guardando i prodotti classificati da Breeding come Discovery layer interfaces alla sezione http://www.librarytechnology.org/discovery.pl ho visto che in pratica li elenca tutti, anche prodotti come Scriblio che hanno poche installazioni, ma manca Discovery. Anche lì potresti farlo aggiungere, con il suo logo.
Una domanda: l’installazione di Discovery per il Sistema bibliotecario provinciale di Vicenza riflette l’ultima versione del prodotto?
L’elenco di Breeding mi ha fatto rispensare a Scriblio: trovo che aveva percorso una strada molto originale: il catalogo nella forma di un blog WordPress, idea che rimane attualissima. Poi non so perché abbia così poche installazioni (Breeding ne elenca solo 3). E dire che risponde all’idea del web 2.0 più di tante altre soluzioni. Forse il problema che ha incontrato è il problema generale di quei prodotti open source che possono essere installati da tutti… a patto di avere le competenze per farlo. E poi devono continuare a essere sviuppati e non sembra essere il caso di Scriblio. Dal mio punto di vista mi sembra che un produttore può trovare in Scriblio molte cose che varrebbe la pena analizzare e inserirle in un prodotto gestito, curato, che quindi può essere adottato da una biblioteca: pensiamo soprattutto a quelle biblioteche pubbliche che non hanno personale informatico.
Lo dico pensando anche che in Discovery c’è un blog integrato raggiungibile da un tab dedicato. Ma l’integrazione con le funzioni di un blog raggiunta da Scriblio era più radicale: una strada che nessun altro ha percorso e che lo allontana dall’aspetto tradizionale di un “catalogo”. È interessante esaminare l’installazione chiamata SmartCat della Hong Kong University of Science and Technology elencata da Breeding e che funziona tutt’ora. Per es. per il libro Red capitalism ci sono 4 commenti, visualizzati come in qualsiasi blog uno di seguito all’altro.
Una pagina di un record come questa: http://catalog.ust.hk/catalog/archives/839712
trovo che abbia una bellissima resa anche dal punto di vista della grafica: nella disposizione delgi elementi, nei caratteri, con i Related items che hanno il carrosuel delle copertine. ecc.
La resa di questo anticatalogo è davvero molto vicina all’esperienza di navigazione di un digital native e fa di questo strumento, anche nell’apparenza con cui si presenta, un tool di quella “post-OPAC era” teorizzata da Bernard Sloan già (!) nel 1992: http://permalink.gmane.org/gmane.culture.libraries.ngc4lib/7462
Bravo! Ti proporrei di completare l’opera facendo 2 cose:
1) contattare le biblioteche che hai inserito e convincerli a registrarsi in modo che siano loro a completare le informazionio inserendo e poi tenendo aggiornati i dati specifici della biblioteca, come i dati statistici, le mail di contatto, ecc.
2) perché non pubblicare la parte testuale del post su AIB-CUR per risollevare l’argomento? Altrimenti sembra che solo circa 3 biblioteche abbiano raccolto l’invito (questo almeno stando a un confronto che avevo fatto qualche giorno dopo).
Grazie!
Per quanto riguarda il punto 1, sicuramente segnalerò la cosa alle biblioteche, anche se come Centro Servizi del SBPVr, in questo periodo credo me ne occupero direttamente io.
La mail su AIB-CUR l’ho mandato proprio stamane 🙂
…solo che, non capisco esattamente come mai, quando mando una mail su AIB-CUR ci vogliono sempre alcune ore prima che venga redistribuita…..
p.s. tra l’altro ora mando una mail a marshall per chiedergli come funzionano i questionari delle Perceptions e capire se è possibile eventualmente tradurli in italiano!