E' un po' una merda vista così….

C’è un argomento che mi sta molto a cuore e di cui volevo scrivere. Credo risalga almeno alla faccenda del weekendman, ma sono un po’ confuso.

La società in cui viviamo mi lascia molto perplesso. Soprattutto la faccenda del “lavorare per vivere” vs “vivere per lavorare”. Non credo più alla differenza tra le due cose. Per carità, sono convinto della necessità di cercare di lavorare facendo le cose che più ci piacciono, di modo da poter vivere senza che questo sia un peso e di fatto rendendo vana la precedente distinzione.

Però non basta.

Stasera alle 18.20 sono uscito dall’ufficio, salito in auto con Nicolò per tornare a Padova (sì, da Fiesso Umbertiano, come ogni giorno) e dopo alcuni minuti mi sono scoperto a gridare di gioia perchè “si vede la luce!!”. Stava ancora tramontando e all’orizzonte era ancora chiaro. WOW!!!

Considerate poi che io lavoro in una stanza stretta e lunga, c’è una porta finestra all’inizio, sul lato lungo, mentre io sono in fondo che guardo il lato corto. Insomma, letteralmente circondato da muri!

Tagliando corto, la riflessione verte sulle ore lavorative, perchè sono 8? Perchè dalla mattina alla sera? Mentre fuori c’è il sole?!?

Che poi mentre io sono a lavoro, presumo la maggior parte della gente sia a lavoro. Ma se la maggior parte della gente è a lavoro cosa ci fanno i negozi aperti? I mercati? I servizi? No, dico, sono per i pensionati e i disoccupati?
Vivo con mia madre, non vado quasi mai a fare la spesa, ma metti caso che devo andare in posta o in banca? Di sabato mattina, solo di sabato mattina. Non parliamo poi del ricevere pacchi postali ….

Insomma, mi chiedevo semplicemente perchè è tutto strutturato in maniera così stupida.

Io dico che il ciclo di vita quotidiano e le ore lavorative hanno a che vedere con la vita di campagna ma mia madre centra il punto parlando delle fabbriche e delle lotte sindacali. Io mi lamento delle 8 ore ma fino a poco tempo fa si parlava di 10, 12, ecc. Mia madre allora mi chiede come penso dovrebbe essere strutturata la cosa e la butto lì. Intanto cerchiamo di vivere di più alla luce del sole, poi il pranzo cazzo tutti quelli che lavorano dicono che non ce n’è bisogno. Dico lavoriamo 6 ore, dalle 10 alle 13 e dalle 13.30 alle 16.30. Poi basta, ricreazione, giochi all’aria aperta, gavettoni. D’estate lavorare di sera così non si consuma il climatizzatore, di giorno tutti al mare. D’inverno si starebbe sotto le coperte a guardare la neve fino alle 10.

La mia mamma dice che ha un’altra proposta. Lavorare fino a che non si hanno dei figli. Poi basta. Si crescono i figli, poi quando questi iniziano ad essere grandini, sui 15-18 anni, si torna a lavorare, da vecchi che tanto non si ha un cazzo da fare…così ce la si godrebbe di più.

E’ un punto di vista interessante…

Vabbè… chissà che dicono le persone che non lavorano 8 ore o che non passano la maggior parte del loro tempo circondati da muri senza finestre, perchè alla fine il mio problema è sempre quello. Il tempo, che manca, perchè cazzo su 6-7 ore che dormo, mi sveglio, vado in ufficio, torno a casa, sono le 20 e la mia giornata è finita, giusto un colpo di coda finale sotto forma di attività fisica o cinema, e poi di nuovo nella ruota del karma.

E’ un po’ una merda vista così, no?

 

2 commenti su “E' un po' una merda vista così….”

  1. eh eh…
    sono convinto comunque che il mio problema principale stia nella diversa atmosfera che respiravo mentre ero a Venezia. Anche durante l’università si “lavorava” sodo, anzi, l’ultimo anno mentre facevo la tesi facevo un part-time da 5 ore al giorno più la tesi.
    Però l’ambiente in cui mi trovavo, intendo dire le persone che avevo intorno, mi permetteva di evitare questi ragionamenti.
    Insomma, riflettendoci meglio, è la qualità delle ore non-lavorative a scazzarmi 🙁

  2. Quando avevo la tua età era già una dozzina d’ anni che lavoravo ed ero furiosa perchè non avevo tempo sufficiente per divertirmi….Dicevo che sarebbe stato giusto se si cominciasse a lavorare anche oltre i i 30aa! o no!? ciao M. Pia

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