Sto pensando un po’ alla definizione di “uomo da weekend“.
La mia attività settimanale è scandita dall’attesa del weekend, durante il quale, se sono fortunato, ho inscenato delle gite.
Ad esempio, l’ultimo fine settimana, siccome è tornato dalla turchia Mattia, siamo andati a Udine venedì sera a cena da Gian e Laura e Giò.
Poi sabato c’è stata la mitica Sagra di San Pietro in Castello e sono riuscito ad andare grazie a Mario e Francesca.
Lascia un po’ l’amaro in bocca sapere che non ci sono più molti rifugi dove castarci tutti assieme quando andiamo a Venezia. Insomma, l’epoca di Ca’ Gardin è finita. Siamo aperti al nomadismo.
Al di là di questo, settimane prima si era finiti a Refrontolo, prima ancora a Vrabce, che dire poi della Pasqua in Valmorbia. O del pomeriggio al parco dietro a casa di Pozzo.
Il resto del tempo sto in casa. Guardo fuori dalla finestra.
Penso.
Nemmeno troppo.
Insomma, che palle.
No ma vi giuro che quando volevo scrivere questo post ero galvanizzato dall’idea del weekendman.
Ora che ci sto pensando seriamente mi chiedo “embè?”
“Embè?” è una domanda senza risposta, di quelle tipo “Sticazzi?”….oppure “Dov’è Poggibonzi?”
No, ma non volevo aprire un dibattito sul mio attuale tenore di vita eh? No no, è solo che così ne approfitto per chiarirmi un attimo.
La parola del mese è “storiacce”.
Oh, ma Matte e Benni quando tornate dall’USA? [mitici, beccati su skype, il 16 luglio è la risposta]
Beh, insomma. che estate eh?
Speriamo domani non ci sia pioggia (perchè dire “speriamo domani non piova” anche se è corretto, mi sembra sbagliato….”piova”, dai, non pare anche a voi sbagliato?)