Ho accompagnato Nicolò da mia mamma.
Mentre scendevo le scale del condominio mi sono immaginato (non è successo davvero) che le persone iniziassero a socchiudere le porte dei loro appartamenti per inveirmi contro “dove vai! non si deve uscire di casa! deficiente!” e cose così.
In questi giorni sono il primo ad osservare con maggiore attenzione del solito il comportamento degli altri. Ci sono gli integralisti della quarantena, i menefreghisti, quelli in preda al panico, ecc. Insomma, ognuno la affronta a modo suo. Ma credo un po’ tutti stiamo osservando cosa fanno i nostri amici, i nostri vicini o anche solamente i passanti. Sono stato il primo a mostrare il mio disappunto nei confronti di quelli che “vagano” senza meta, entrano nei negozi per comprare una sciocchezza, girano per i parchi senza tuta da ginnastica o si fermano a parlare con l’edicolante.
Così quando tocca a me uscire mi chiedo sempre “è proprio necessario?”.
Oggi ho visto 3 anziani fermi a parlare sul marciapiede. Ho ripensato alla scena che mi sono immaginato sulle scale poco prima e l’ho collegata alle numerose iniziative che leggo sui social. Forse è proprio per via dei social che l’ho immaginata.
All’inizio vedevo qualche timido meme della serie “ora che siete nella stessa condizione di reclusi o migranti, riflettete su come li avete considerati fino a oggi“. Da qualche giorno però nella mia bolla si trovano anche persone che dileggiano chi si trova fuori casa, vengono condivisi video e iniziative che invitano a non uscire di casa con toni molto forti.
C’è di tutto online, ci sono infinità di iniziative meravigliose per il sostegno a distanza di chi è chiuso in casa e ha paura o è annioato. Ma anche, di nuovo, ci trovo la rabbia di chi non può fare a meno di sfogarsi sugli altri. È quella che alimenta la mia immaginazione. E mi fa pensare che ora più che mai dovremmo capire che quella rabbia, quell’odio, non serve a niente.
La cosa più difficile che possiamo fare oggi è empatizzare con le centinaia di situazioni diverse che spingono le persone a uscire di casa e ignorare la quarantena. Ce ne sono di valide e di stupide, dettate dall’ignoranza o dalla necessità. Non dobbiamo necessariamente essere d’accordo con tutte le persone che scelgono di farlo. Ma ricordarci di provare a metterci nei loro panni e capire cosa stanno passando è una lezione importante.