Recap 2014 e buoni propositi

Facciamo un riassunto del mio 2014, altrimenti finisce che me lo dimentico.

Saluti a Rovigo

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Il libro del progetto Habitat

Da settembre 2012 ho iniziato a vivere a Rovigo, per avvicinarmi al lavoro. Lavoravo a Comperio, una piccola ma tosta azienda che si occupa di servizi informatici per le biblioteche. A Rovigo mi sono divertito molto, ho conosciuto gente super in gamba e scoperto una città creativa e vitale. In culo chi dice che è noiosa, vi ci porto io a fare un giro se volete 😉

Intorno a marzo, un amico mi contatta per farmi una proposta indecente (sul serio, è l’oggetto della mail che mi ha mandato): partecipare a una startup.

La startup

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Dopo una corsa sotto la pioggia

Mollo il lavoro a Comperio e passo giugno e luglio sul divano di casa di Valerio, a Milano. La startup, TwoReads, si occupa sempre di libri ma non di biblioteche, prevalentemente di editori e lettori. Sono state settimane concitate, quelle in cui succedono talmente tante cose che ti fermi credendo sia passato un anno e invece è passata appena una settimana.

Ho imparato un sacco di cose sul famigerato mondo delle startup, cose belle e cose meno belle. Ma soprattutto ho imparato alcune cose su di me e sul lavoro indipendente. Cose che sto ancora metabolizzando dopo mesi e chissà se riuscirò ad uscirne.

Una parentesi tonda

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Bere birrette al baretto sulla collina

Ad Agosto sono andato a trovare l’Angela in Africa, per due settimane. Avrei voluto scrivere subito un post a riguardo. Ora mi sono dimenticato un sacco di cose.

È stato un viaggio fantastico, non solo perchè che-palle-stare-lontani-per-mesi-finalmente-rivedo-l’Angela, ma perchè non avevo aspettative particolari. Intendo dire che l’Africa era l’ultimo dei viaggi che credevo avrei fatto nel breve-medio periodo. La mia cultura personale riguardo l’Africa si limita a un mai-finito-di-leggereStoria delle guerre africane” che presi dopo aver letto una brochure della campagna Sbilanciamoci di Lunaria sul mercato delle armi. Per rimediare durante il viaggio mi sono finalmente letto lo straordinario “Armi, acciaio e malattie”, consigliatissimo.

Vabbè, ma parlando dell’Africa vorrei fare alcune considerazioni, a questo punto un po’ alla rinfusa:

  • continuavo a pensare “sbucano dalle fottute pareti”, ma considerata la scarsità di pareti non poteva essere così. Semplicemente c’erano un sacco di persone in strada. Ovunque, in qualsiasi momento del giorno. Sembrava che la maggior parte della vita avvenisse per la strada.
  • sono stato prevalentemente vicino a Iringa, grosso centro abitato in mezzo alla Tanzania, dove le case con più di un piano saranno al massimo una decina. Fuori da Iringa, dove si vedono anche case più o meno come le nostre, la costruzione media è fatta di terra ed è composta da una singola stanza che si usa per cucinare e dormire.
  • il safari è fico. Sul serio. Una gigantesca caccia al tesoro in jeep dove il gioco consiste nel trovare gli animali più difficili da vedere, solitamente i predatori. Mi sono divertito.
  • ho mangiato un po’ di tutto, friggono un sacco, quindi è tutto buono. Ah, e il sapore della frutta, pazzesco.
  • poi sono stato anche a Zanzibar, che è fico se dovete fare colpo sulla vostra ragazza tipo per chiederle di sposarvi (sì, l’ho fatto). Ma a parte questo è una piccola isoletta super turistica dove la maggior parte del tempo cercherete di difendervi da gente che cerca di incularvi per dritto e per rovescio. Ma sempre in maniera super elegante e cordiale (a parte uno che voleva proprio derubarci). No, non consiglio Zanzibar come meta di viaggi, sappiatelo.
  • se andate in Africa e siete bianchi allora siete dei “musungu”. Ovvero i locali hanno un po’ di aspettative da parte vostra, che vanno dalle caramelle al denaro. A seconda delle persone che incrocerete lo sguardo potrebbe variare da un “hey, ciao amico” a un “cazzo ci fai qui”. Però in qualsiasi caso verrete salutati. Il livello di cortesia è spaziale. Cortesia e formalità. All’Angela piace salutare la gente, quindi mi ha insegnato almeno 6 modi diversi per farlo e per proseguire una conversazione fatta di nulla, incentrata prevalentemente sul fatto che va tutto bene, grazie. Ma con diversi botta e risposta.
  • ho visto la vita che può fare un “espatriato” in Africa ed è dannatamente lussuosa. È stato solo un assaggio, ma ho notato che potenzialmente uno è perfettamente in grado di ignorare la società locale e vivere all’interno di un ecosistema da “espatriato”.

Tralasciando il fatto che è un continente dannatamente gigantesco, e io ne ho visto un pezzetto piccolissimo, sì ci tornerei, è stato una figata. Non saprei dire per la pallacanestro, le dimensioni del pene e il ritmo nel sangue, ma secondo me, il luogo comune riguardo lo stile di vita più placido è vero, si fa tendenzialmente una sola cosa al giorno.

Una parentesi quadrata

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La slide iniziale di una presentazione

Da febbraio ho aperto a Padova un CoderDojo, un club aperto a bambini dai 7 ai 12 anni dove imparano a programmare e usare varie diavolerie tecnologiche (come Arduino o stampanti 3D). La cosa è nata in Irlanda nel 2011 e ne sono stati aperti a bizzeffe negli ultimi anni. Non vi annoio con tutti i concetti didattici e pedagogici che stanno dietro al “pensiero computazionale” e come ce ne occupiamo al coderdojo, la cosa più importante è che mi diverto un mondo e sono il primo a imparare un mondo di cose.

Siamo stati alla MakerFaire di Roma, al MIUR e alla Camera, ho conosciuto un sacco di persone appassionate sparse in tutta Italia. Sì, è decisamente fantastico.

Ciao Treviso

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3 (°-°)

Dal primo Gennaio 2015 mi sono trasferito a Treviso con Angela. Lei deve stare qui 6 mesi e così, siccome ci siamo anche un po’ stufati di stare lontani, sono venuto a fare il suo coinquilino.

Ora siamo qui da alcune settimane e non ho molto da dire sulla città, carina, un po’ borghese, intima, devo ancora esplorarla per bene. Non ho l’internet e sono diventato assiduo frequentatore della biblioteca, che mi da l’internet e i DVD gratis. Anche a Milano usavo parecchio le biblioteche e la libreria Open, prima di scoprire che avevamo una scrivania al PoliHUB. Comunque qui a Treviso non c’è uno spazio di coworking quindi l’unica soluzione è la biblioteca.

Torno circa ogni settimana a Padova, spesso per andare al Talent Lab che è un posto fico e… guardatevi il sito insomma.

Buoni propositi per il 2015

Da alcuni mesi ho salutato la startup e voglio provare a fare dell’educazione digitale, o come diavolo la vogliamo chiamare, una professione. Non so ancora bene come andrà a finire, intanto provo a far partire dei corsi per grandi e piccini. Vi tengo aggiornati.

Ah, e chi vuole si tenga libero il 29 agosto, che io e l’Angela ci sposiamo.

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