Oggi mi sono commosso un po’

Oggi è la Festa di Liberazione e ho rispolverato il volume di Pazienza su Pertini. Era anche una bella giornata di sole, ne ho approfittato per andare a lavare l’auto. Non ho fatto molto altro, sono rimasto a casa, ho letto, ho scribacchiato.

Ho pensato a Guglielmo e Julia, che domani si sposano in Lussemburgo. Così ho ripensato anche alle persone lontane a cui voglio bene, a Venezia che è stata la genesi delle relazioni a cui tengo di più. E mi sono accorto che non c’entra tanto l’università, il tempo libero, le cose fatte insieme e la gioventù-che-bella-la-gioventù-ma-non-torna-più.

L’unica cosa che conta è il peso dei legami che si sono creati. Mi sono un po’ commosso a ripensarci. Perchè mi sono accorto che un grosso pezzo delle mie emozioni è collegato a tante persone diverse.
Anche se razionalmente non posso credere a frasi come “per sempre”, ogni volta che ripenso alle persone che mi stanno a cuore ho molta fiducia nella solidità di queste emozioni. È come se fossero qualcosa di tangibile, l’accendino in tasca, il tatuaggio, le chiavi dell’auto. Non ci pensi mai, poi ci passi la mano sopra e sono lì, semplicemente.

 

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