(sorry, no english nor english summary)
E’ da un po’ che partecipo a “23 Things for Professional Development “, ovvero che non scrivo un post solo in italiano. Questo rientra nella to-write list di questo blog da quando ho iniziato cpd23 e, visto che questa settimana sarò via, programmo l’autopubblicazione per oggi così da farvi leggere lo stesso qualcosa 😛
In sostanza si tratta dell’elenco dei blog che, fino ad oggi, trovate nel feed RSS chiamato LIS italian blogs.
- 23 ways to go
- Amici delle biblioteche
- Questo blog non esiste
- Frammenti Semantici
- CIBER NewsLetter
- Curiosity killed the cat ?
- bibliography.net (beta)
- biblioragazzi
- Actual is not normal
- The Geek Librarian
- Mind Matters
- FranBlog
- gblog
- GRUPPO/I DI LETTURA
- In the mood for library
- Quaderno di un bibliotecario
- Blog del Polo SBN Ligure
- bibliotecari non bibliofili!
- vitadabiblioteca
- RAINBOW-CNBA
- Francesco Piras Blog
- Trovabile
- BiblioCAST
Sicuramente tra qualche giorno farò un po’ di pulizia. Per questo ho elencato i blog, li ho anche elencati su LISwiki.org. Non è che rimuovo i blog non aggiornati (tranquillo Salvatore :P), semplicemente terrei solo i blog che possono interessare la professione.
Il motivo delle molte inclusioni iniziali è che ero praticamente disperato. Tramite link da altri blog e diverse ricerche ho scoperto che la maggior parte dei blog tenuti da bibliotecari sono stati esperimenti sporadici. Esistono molte esperienze di blog di biblioteche o di blog con consigli di lettura, dove però non si affrontano particolari temi di interesse biblioteconomico, a parte rare segnalazioni.
La mia mail su AIB-CUR non ha prodotto nessun particolare risultato. Nessuna riflessione in merito a quelle che io considero “informazioni di prima mano“. Nessuna risposta alla domanda circa l’aggiornamento quotidiano di chi lavora in biblioteca. Nessuna segnalazione di blog che magari mi sono sfuggiti. Ah, e non provate a cercare su twitter che tanto fa lo stesso.
Insomma, la mia domanda resta, in Italia sul web chi “sta parlando” di biblioteche? Ovvero, chi sta “creando conversazioni” sulle biblioteche e la biblioteconomia?
Perchè, per me, il nocciolo è questo. Quando dico che non mi interessa se l’articolo pubblicato su un blog è approfondito o meno, corretto o meno, imparziale o meno, intendo dire che potrà essere superficiale, scorretto e parzialissimo ma almeno avrò la possibilità di leggerlo, commentarlo, segnalarlo, collegarlo, riutilizzarlo. Il tutto ad una velocità e con un coinvolgimento spaventosamente superiori rispetto a qualsiasi cosa leggerete mai sulla carta stampata o su un sito statico.
Da un certo punto di vista mi sembra quasi esista un “terrore da autorevolezza“, una piaga che si può benissimo osservare su AIB-CUR, dove su più di 6000 iscritti non trovano posto molte discussioni sulla professione. Per quelle viene preferita la pubblicazione su periodico, che però non genera quasi mai reazioni in lista.
Sia chiaro, non sto portando avanti una campagna pro-blog 🙂 Ognuno è liberissimo di scrivere dove, come e quando gli pare, solo che tutto questo mi pone diverse domande:
- chi si interessa di comunicazione e costruzione di comunità in biblioteca?
- perchè nessuno sta parlando delle nuove professionalità necessarie?
- come fanno i biblitecari a tenersi aggiornati circa il loro mondo professionale?
- quali sono i luoghi in cui avvengono discussioni sulla professione?
- quanti giovani sono iscritti all’AIB o ad AIB-CUR?
- perchè un giovane dovrebbe studiare biblioteconomia? esistono corsi in grado di preparare alla professione? cosa viene insegnato?
- perchè AIB-CUR è moderata e non è accessibile online?
- perchè nessuno ha ancora pubblicato articoli dal titolo: “SBNMARC deve morire!“, “Gli OPAC italiani fanno schifo!“, “Richieste al produttore: come costringerlo a leggere almeno un libro di biblioteconomia. E a farselo restituire entro la scadenza“, “Un nuovo operatore booleano: Mi sento fortunato”.
Pardon, sento che inizio a divagare. D’altra parte questo post è stato abbozzato almeno altre 3 volte e le cose da dire sarebbero tante. Magari voi ne avete altre da aggiungere.
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Ah! Grazie al messaggio passato su AIB-CUR ho aggiunto anche BiblioCAST: http://www.bibliocast.it/BiblioCAST/Blog/Blog.html
Questo è un bel post! Sollevi tanti problemi che alla fine ruotano intorno a un nucleo centrale di grande importanza e che come dici tu è molto sottovalutato.
Qui da noi solitamente ognuno pensa a sé, molto spesso al riparo del suo piccolo ufficio, oppure proprio come finestra di sfogo da un ufficio troppo noioso e castrante. Tutti i tuoi punti si riducono al tema dell’advocacy, che però non è molto vero che non viene affrontato su AIB-CUR, o che avviene solo sui periodici. Questioni più calde sono talvolta comparse in lista; più che altro in Italia siamo interessati più ai temi di politica e di governo, o a questioni ideologiche, che non alla strategia professionale.
Quanto ai periodici c’è da fare un discorso di divario fra autorevolezza e no – ho letto centinaia di articoli deprimenti e scadenti anche da parte di chi viene riconosciuto come “autorevole” nel mondo della LIS italiana. Manca inoltre, secondo me, una certa “iniziativa” di ricerca: ho letto troppo pochi articoli di ricerca originale, troppe poche indagini sui servizi, troppo poca “evidence-based librarianship”. Troppa “fuffa” sui massimi sistemi, e poca osservazione scientifica della realtà attuale, odierna, concreta. Questo trattiene la pubblicistica italiana al di sotto di una soglia affidabile, e fa sì che spesso l’attività pubblica venga vista come un atto di vanità – insomma, ho sentito con le mie orecchie colleghi dire “no, preferisco non scrivere di [un problema di biblioteconomia qualsiasi] su AIB-CUR perché *mi vergogno*”. Quando uno tiene addirittura un blog viene visto come una rockstar, come un genio, come un eccentrico (penso al grande successo e hype intorno al mitico blog di Bonaria Biancu, http://bonariabiancu.wordpress.com, che accidenti non è più aggiornato da troppo tempo).
Sul discorso “giovani” non intervengo, nel senso che in Italia di “giovani” se ne parla male e a sproposito. Come il concetto di “precariato”, il termine “giovani” viene usato in maniera mediatica e distorta, e serve a farci solo del male. Osservando le esperienze estere, preferisco parlare invece di “nuove professionalità”. Qui da noi c’era stato l’esperimento di Generazione E-LIS (http://culturalheritage.wordpress.com/2009/03/12/generazione-e-lis-live-blogging/), un convegno satellite all’interno delle Stelline 2009 dedicato alle nuove generazioni. Questa idea non aveva lasciato molte tracce, ma è molto interessante un thread su AIB-CUR suscitato proprio da questi temi, dal titolo “E se cambiassimo il punto di vista?” (intorno a novembre 2010). Però a Tallinn mi erano venute in mente delle idee a proposito, che volevo discutere con Marchitelli (ideatore di Generazione E-LIS) di ritorno dalle ferie.
Pardon per la questione “giovani”. Anche perchè condivido lo stesso disagio per l’abuso del termine e (accidenti!) mi è sfuggito, andrebbe letto come “diplomato” o “laureato”.
All’epoca di Generazione LIS, ero troppo ignorante per partecipare, ma seguii con molto interesse l’evento, speravo di potervi partecipare l’anno successivo 🙁 vai! torna pieno di idee!!
… cmq ora mi sento una rockstar 😛
ciao Giulio, solo per segnalarti che in questa lista appare il mio vecchio blog su Splinder mentre (come sai!) quello nuovo è su http://nonbibliofili.wordpress.com/. Grazie comunque per l’inclusione!