percezioni e propositi anglosassoni (e una media divagazione)

A chi fosse sfuggito, nelle ultime settimane sono uscite un paio di “percezioni” interessanti per il mondo delle biblioteche e dell’automazione bibliotecaria. Questa è una.
Perceptions of Libraries, 2010: Context and Community (segnalto su CIBER Newsletter) è un report, commissionato da OCLC, che va ad integrare il ben noto report del 2005 con i dati degli ultimi 5 anni circa la percezione delle biblioteche da parte degli utenti anglosassoni. Il context riguarda sostanzialmente i mutamenti seguiti alla “grande recessione economica americana iniziata nel dicembre 2007 e terminata nel giugno 2009, secondo il National Bureau of Economic Research“. La community offre un’analisi delle risposte su base generazionale: studenti del college (18-24 anni), teenager (14-17) e giovani adulti (18-24), generazione x (25-45), boomers (46-64), anziani (65+).
Consiglio a tutti la lettura (tranquilli è pieno di grafici e grandi immagini) e, tra le tante cose importanti, mi va di sottolinearne alcune trovate in fondo, tra i “propositi dell’anno nuovo”:
– il sito della biblioteca non è un punto di partenza per le ricerche di informazioni online. Dobbiamo esserne dispiaciuti? No. Ma approfittiamone per chiederci cosa può fare la biblioteca sul web, oltre a presentare il catalogo e l’orario di apertura. Bisognerebbe migliorare il supporto alle attività delle comunità vicine alla biblioteca e la tempestività con cui sono pubblicate le informazioni. Più in generale, rivalutare l’investimento di tempo nei confronti della presenza online.
– la presenza online non sostituisce il valore della biblioteca fisica, anzi, questa viene frequentata sempre di più, e non solo per la possibilità di risparmio derivante dal prestito di libri o dvd, ma anche per l’insieme di altri servizi che la biblioteca può offrire gratuitamente (postazioni internet, aiuto nella ricerca di lavoro, corsi, incontri, ecc.).
“e-books are books”. Da un lato bisognerebbe iniziare ad affrontare delle strategie sul lungo termine per la diffusione di e-book. Dall’altro il tema andrebbe affrontato in senso più esteso, parlando dell’approccio dei lettori all’informazione elettronica di qualità. Come la cercano? Si arrangiano. Cosa può fare la biblioteca? Aiutarli ad arrangiarsi. In questo senso “e-books are books”, l’informazione elettronica è sempre informazione e dalle biblioteche sarebbe lecito aspettarsi campagne di information literacy sempre più orientate al modello attuale di ricerca di informazioni online da parte degli utenti.
NOTA:
si tratta di “percezioni” del panorama anglosassone (per lo più statunitense), quindi dalle nostre parti tutto questo resta un bellissimo stimolo, ma secondo me va preso con le pinze. Esiste una cosa simile (aka dati sul rapporto utenti-biblioteche) per l’Italia? Dove la trovo? Anche vecchia va bene.
POTS (post off-topic scriptum):
Ho scoperto l’esistenza di “I media tra crisi e metamorfosi: ottavo rapporto sulla comunicazione” da parte del Censis (1200 risposte in 9 giorni, contro le 2229 in 7 giorni di OCLC 😛 ). Nelle note metodologiche, l’oggetto del sondaggio é “monitoraggio dell’evoluzione dei consumi mediatici in Italia”. Leggendo la recensione sul’bollettino AIB riesco a tradurre “consumo mediatico” con “consumo di mass media”, e già mi partono alcuni neuroni pensando alle ambiguità della parola media. Poi finisco su queste citazioni del rapporto, in riferimento ai (mass?) media digitali: «i media digitali tendono a non sostituire o ad affiancare gli altri mezzi, ma ad assorbirli, permettendo la diffusione dei mezzi e la moltiplicazione dei messaggi»,«lo slogan della comunicazione digitale è diventato il messaggio è il medium». Cosa???? Unisco le frasi e traduco: i media digitali assorbono altri media permettendo di diffondere media e moltiplicare media. Ah….e McLuhan aveva sbagliato tutto….
Vabbè…buonanotte.

1 commento su “percezioni e propositi anglosassoni (e una media divagazione)”

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