Durante la notte sento dei rumori. Fuori dalla finestra passi sconosciuti ritmano una canzone, sbraitata dall’ubriaco di turno. Lui parla inglese, o almeno credo, sono in dormiveglia e non capisco. I passi e la voce stanno arrivando, oltrepassano la finestra, barcollano, si fermano, calciano qualcosa e poi riprendono, si allontanano. All’improvviso sento un gran colpo, un rumore sordo con eco, la classica palla che colpisce la ringhiera. Sobbalzo, ma la voce ubriaca ha lasciato a metà il ritornello, qualcosa dei Beatles forse, sentivo “yellow submarine”, ma a dire il vero potevano essere i Ramstein. Il rumore dei passi riprende nel silenzio della notte, rimbalzando sui muri della calle che si restringe. Torno a dormire velocemente sentendoli allontanare attraverso il portico.
Ora è mattina, esco per andare a lavoro e come al solito guardo la spazzatura dei vicini per capire se ho fatto bene a portare giù la carta. Dall’altra parte della calle diversi sacchi sono sparsi a terra, come se fossero esplosi, mi torna in mente l’ubriaco che forse li ha presi a calci nella notte. Mi giro e faccio per andarmene ma appena svolto l’angolo un capannello di persone mi blocca il passaggio. E’ pieno di curiosi attorno a un gruppo di poliziotti attorno a due tizi in camice bianco attorno a un lenzuolo altrettanto bianco, steso dalla finestra del primo piano fino a terra. Copre qualcosa di voluminoso incastrato nella ringhiera. Non fatico a immaginare cosa può essere ma un colpo di vento improvviso cancella ogni fantasia. La testa è incastrata tra le sbarre all’altezza delle orecchie, il collo allungato sembra sul punto si strapparsi, le braccia penzoloni arrivano all’altezza delle braghe leggermente calate, le gambe sono piegate in modo innaturale rispetto ai peidi, come colonne spezzate.
I due in camice bianco si sbrigano a riacciuffare i capi del lenzuolo e a fissarlo a terra usando come peso i piedi senza scarpe del corpo penzoloni.
Cosa è successo? Chi lo sa….
Siete lì con me, vi guardate intorno, fate domande….