Ciao mamma!

Beh, intanto volevo dirvi che a Mestre, passeggiando, ho visto le basi operative dei venditori ambulanti di: fiori, borse griffate.

Tra marzo e maggio ho percorso 4 volte la settimana poco meno di 2 km, a piedi, dalla stazione fino al dipartimento di Informatica. Sono posti bizzarri che vale la pena vedere. C’è di tutto. Si attraversa quella parte di Mestre tra le rotaie del treno e la fine della città, costellata da scatoloni di cemento contenenti autorimesse, mercatini, depositi vari.
Io mi annoio molto però, e finisco per leggere mentre cammino, oppure mi guardo intorno. Di solito sono le 9.30 o le 10 del mattino.

Oggi una famiglia pakistana è uscita col carrello della spesa dall’officina di un meccanico. Invece di fronte a Zoppa Forniture Elettriche, l’ennesima banda del buco discuteva sulle attrezzature da acquistare per il prossimo colpo.

C’è una strada parecchio lunga che corre parallela a via Torino, giusto dietro le poste. Non ho mai capito perchè, non mi sembra ci siano uffici particolari, ma ogni volta che passo la strada è abbastanza animata in un paio di punti, con gruppetti di persone, coppiette o altri singoli annoiati come me.
Dall’uscita sul retro delle poste centrali partono i postini. Ogni mattina vedo annaspare in bicicletta un postino over 60 con la sua casacca gialla e il caschetto targato PI. Ogni volta mi chiedo come avviene l’assegnamento di bici o motorini. A lui darei subito un motorino, o una bici elettrica. Un paio di volte che ero in ritardo l’ho incrociato a quasi 1 km dalla partenza e mi sembrava già completamente finito.

Poi c’è il baretto del mercato ortofrutticolo. Che non capisco bene quanto sia autogestito, cioè da fuori mica si capisce che è un baretto….e dubito abbiano qualcosa di diverso dal bianchetto o dal birrino. Comunque è ancora più losco accanto all’ingresso del mercato ortofrutticolo. C’è sempre qualcuno che aspetta qualcun’altro. Pullman che aspettano auto. Auto che aspettano biciclette. Pedoni che aspettano motorini. Furgoncini che aspettano camper.

Ecco, forse la cosa che mi ha colpito di più in queste passeggiate mattutine è che c’è un sacco di gente che aspetta. Per carità, non mi sono mai fermato ad aspettare con loro, quindi non so quanto aspettano o cosa aspettano. Ma insomma, sembra proprio che sta gente stia aspettando qualcosa.
Ho pensato che prima o poi vorrei farlo anch’io. Mentre cammino, prendermi un po’ alla sprovvista, fermarmi, e aspettare.

3 commenti su “Ciao mamma!”

  1. losfornatuttodelonghi

    il baretto del mercato ortofrutticolo, il cui propietario ha una alfa 75 con l’antifrutto, è una specie di monte dei pegni, ma senza impegno. Prova ad andare lì e chiedere se qualcuno ha lasciato qualcosa per te, qualcosa succederà.
    All’anziano postino hanno deciso di non dare il motorino perchè alla sua età non avendo distrazioni sarebbe troppo efficiente e quindi si troverebbe in anticipo sulle consegne e sarebbe costretto anche lui, ad aspettare senza chiedersi cosa.
    Cmq credo che la strana situazione di via Torino si risolverà quando il polo univesitario sarà completato. Non ci resta che aspettare.

  2. lafataigniorante

    beh sembra destino comune assistere all’attesa infinita. con la differenza che io mi ci sono dovuta più che abituare, e da osservatrice ho dovuto mettermi lì ad aspettare non si sa bene cosa. il tempo diventa una corrente d’aria che ci vola attorno senza sfiorarci.

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